3-5-2!!!!
Formazione su acspezia
Chicchi
Valentini terzi postigo
Migliore accamperà errasti juande martic
Castellani situm
Sotto a chi tocca!!!!!!
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La probabile formazione che ho letto su cds mi piace: difesa tosta, centrocampo di sostanza e qualita'ed attacco stellare; testa china e zero mugugni in campo! Non possiamo fallire perche' ne abbiam le qualita' !!! Go eagles
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Fermo restando lo scempio di crotone, con l'avellino pezzuto arbitro' bene
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Visto che Mannis ha citato il Crotone, altra società modello amata dalla Lega che tutti gli anni si salva magari quest'anno andrà in A ecco a chi è in mano :
Crotone – “Da oltre 10 anni il Crotone è sotto l’influenza delle cosche mafiose. Emblematico, l’incontro del 2006 tra i rossoblù e la Juventus. Io ero stato nominato capo della sicurezza e distribuivo i biglietti per le ‘ndrine. Allo stadio c’era il clou della malavita organizzata. Nessuno degli inquirenti si accorse di nulla. O forse fecero tutti finta di niente. Il calcio è un business importantissimo per le famiglie mafiose. Perché permette - oltre a riciclare quantità incredibili di danaro – di ottenere il consenso popolare. Una dote di voti che ti consentono di arrivare in ambienti potenti. A questo serviva e serve oggi il Crotone. Creare consenso per le “famiglie”.
La partita del 2004 tra Crotone e Locri, valevole per la promozione in Serie C2, è stata comprata dalla ‘ndrangheta. In tribuna, ad assistere alla partita, c’erano da una parte gli esponenti del clan Bonaventura di Crotone e dall’altra la famiglia mafiosa dei Cordì. Quest’ultima gestiva e controllava la squadra in provincia di Reggio Calabria. La partita venne vinta dal Crotone che, con quel successo, approda nel calcio che ‘conta’. In cambio la famiglia Cordì ottenne 500mila euro e una grande ‘partita’ di armi militari. Precisamente, i ‘k47’, Kalashnikov. Che, all’epoca, potevano considerarsi una rarità. Anche quella volta, gli investigatori non si accorsero di nulla. Il mio compito era quello di far naufragare le indagini. Sapete chi c’è dentro a tutta questa storia? Raffaele Vrenna, che dal ’93 è il presidente del Crotone. E’ un affiliato alla ‘ndrangheta e io facevo il lavoro sporco per lui. Ma non è ancora finita – continua il pentito – Non ci compravamo solo le partite, ma facevamo il comodo nostro. Nell’incontro dei play off del 2008, contro il Benevento, valevole per la promozione in Serie C1, abbiamo preso a schiaffi i giocatori avversari. Erano appena arrivati con il pullman a Crotone. Aveva organizzato tutto Vrenna. Il presidente della squadra avversaria denunciò immediatamente il fatto, ma la querela, poche settimane dopo, divenne carta straccia. Vrenna mi disse che ci aveva pensato lui. E così è stato. In Calabria, e anche in Sicilia, i calciatori sono tutti pilotati. Sono delle cellule invisibili a disposizione delle mafie”.
Crotone – “Da oltre 10 anni il Crotone è sotto l’influenza delle cosche mafiose. Emblematico, l’incontro del 2006 tra i rossoblù e la Juventus. Io ero stato nominato capo della sicurezza e distribuivo i biglietti per le ‘ndrine. Allo stadio c’era il clou della malavita organizzata. Nessuno degli inquirenti si accorse di nulla. O forse fecero tutti finta di niente. Il calcio è un business importantissimo per le famiglie mafiose. Perché permette - oltre a riciclare quantità incredibili di danaro – di ottenere il consenso popolare. Una dote di voti che ti consentono di arrivare in ambienti potenti. A questo serviva e serve oggi il Crotone. Creare consenso per le “famiglie”.
La partita del 2004 tra Crotone e Locri, valevole per la promozione in Serie C2, è stata comprata dalla ‘ndrangheta. In tribuna, ad assistere alla partita, c’erano da una parte gli esponenti del clan Bonaventura di Crotone e dall’altra la famiglia mafiosa dei Cordì. Quest’ultima gestiva e controllava la squadra in provincia di Reggio Calabria. La partita venne vinta dal Crotone che, con quel successo, approda nel calcio che ‘conta’. In cambio la famiglia Cordì ottenne 500mila euro e una grande ‘partita’ di armi militari. Precisamente, i ‘k47’, Kalashnikov. Che, all’epoca, potevano considerarsi una rarità. Anche quella volta, gli investigatori non si accorsero di nulla. Il mio compito era quello di far naufragare le indagini. Sapete chi c’è dentro a tutta questa storia? Raffaele Vrenna, che dal ’93 è il presidente del Crotone. E’ un affiliato alla ‘ndrangheta e io facevo il lavoro sporco per lui. Ma non è ancora finita – continua il pentito – Non ci compravamo solo le partite, ma facevamo il comodo nostro. Nell’incontro dei play off del 2008, contro il Benevento, valevole per la promozione in Serie C1, abbiamo preso a schiaffi i giocatori avversari. Erano appena arrivati con il pullman a Crotone. Aveva organizzato tutto Vrenna. Il presidente della squadra avversaria denunciò immediatamente il fatto, ma la querela, poche settimane dopo, divenne carta straccia. Vrenna mi disse che ci aveva pensato lui. E così è stato. In Calabria, e anche in Sicilia, i calciatori sono tutti pilotati. Sono delle cellule invisibili a disposizione delle mafie”.